VENERDI' SANTO (sera) - Processione del Cristo Morto


Come per la processione della Desolata, da secoli la processione del Cristo Morto vede la cura di una congrega, l'Arciconfraternita della Annunziata, con sede nell' omonima chiesa, i cui membri sono detti Cinturati perchè sul petto, sopra la tunica bianca, hanno una fascia azzurra. In segno di lutto, il Venerdì Santo questa fascia è nera (i dodici portatori del baldacchino del Cristo, divisi in quadriglie da sei, portano anche una tunica viola).
Ad organizzare la processione, per antico prilivegio, concorre anche la Confraternita del SS. Sacramento che ha sede nella chiesa del Carmine (tunica nera e mozzetta verde) che, in realtà, non possiede nessuna delle statue che sfilano in processione.


I confrati del SS. Sacramento, assieme a quelli invitati di Santa Maria della Cintola la cui immagine della Desolata rimaneva anticamente all' Annunziata per poter essere utilizzata la sera, hanno l'onore di portare alcuni simulacri.
I documenti più antichi riguardo questa processione datano al '500, ma si può presupporre un' origine di molto anteriore, medievale come la Desolata. I connotati attuali risalgono ovviamente al periodo barocco, anche se quella che vediamo oggi è il frutto di alcune modifiche attuate negli ultimi due secoli.

La processione del Cristo Morto nel passato.
Leggiamo, in un breve testo del 1854 di Raffaele D'Ortensio, che alla processione prendeva parte la sola Congrega della Annunziata.
Il sacro corteo era aperto da una rappresentazione lignea della Morte con tanto di falce; seguivano quindi un giovanetto biondo che impersonava San Michele, una grande Croce, tutti i confratelli disposti in due file inframezzati da bambini impersonanti angeli che recavano tra le mani i simboli della Passione; ancora le tre croci del Calvario, il Cristo Morto e l' Addolorata preceduta dalle addoloratine, bambine che per grazia o per voto venivano fatte sfilare dalle famiglie (le più grandicelle a volte andavano di loro spontanea volontà) abbigliate proprio come la statua di Maria; chiudevano, dopo le autorità civili e militari, i seminaristi che recitavano le preghiere, un coro che accompagnato dall' orchestra intonava lo Stabat Mater e la banda di Teramo.
Il D' Ortensio ci informa anche che la processione usciva alle 21.00 e rientrava oltre la mezzanotte, e forse faceva il percorso inverso dell' attuale visto che quando la processione sbucava sulla Via del Trivio (odierni Corso Cerulli e Corso De Michetti) aveva alle spalle la facciata della Cattedrale, mentre oggi, dopo aver oltrepassato Porta Reale, se la ritrova davanti.
La processione del Cristo Morto nel presente.
Attualmente possiamo notare varie diversità: l' ordine di alcuni simulacri è stato invertito, ci sono state delle aggiunte, al posto degli angioletti con i simboli abbiamo delle vere e proprie sculture, il San Michele vivente è stato sostituito nel 1947 da una statua lignea (per volere del vescovo Gremigni che aveva notato il cicalio diffuso che all'uscita dalla chiesa il bel giovanotto provocava tra le ragazze), e infine al posto dello scheletro della Morte c' è la più confortante rappresentazione della Fede.


La processione si svolge nel modo seguente.
Dopo la solenne celebrazione della Passione, alle ore 18.30, il corteo esce dalla chiesa dell' Annunziata, aperto dalla pesante croce lignea con il panno bianco del sudario; un tempo l' uomo che la portava sfilava incappucciato perchè la sua identità rimanesse oscura; segue il gonfalone azzurro dell' Annunziata con il Crocifisso argenteo portato, come la Croce, dalla Confraternita della Cintola. Ecco quindi San Michele, onere del sodalizio del SS. Sacramento e, preceduta da due giovani membri della Cintola (nel 2011 sostituiti da due Cinturati), la Fede con il suo vaporoso mantello bianco e la Croce tra le braccia, portata invece da donne elegantemente vestite di nero (con tanto di fazzoletto bianco e velo sul viso).
Vengono quindi i simboli della Passione, artistiche statue lignee portati anch' essi dalle donne.
Nell' ordine sono:
- l' Angelo consolatore circondato dalla spada con cui Pietro ferì Malco, dalle catene e dai bastoni con cui Gesù fu percosso e dalle lanterne usate dai soldati per farsi largo di notte;
- il gallo assieme alla mano che schiaffeggiò Cristo e alla borsa dei 30 denari appesse al tronco su cui Giuda s'impiccò;
- le insegne romane (aquila, lancia, bandiera con S.P.Q.R. e gladio);
- la colonna con le fruste e la corda usata per legare lì Gesù;
- il mantello purpureo con la corona di spine e la canna;
- la brocca, il lavabo e il panno utilizzati da Pilato quando si tolse di dosso ogni responsabilità sulla condanna di Cristo;
- la scala con i chiodi, le tenaglie e i martelli, con due angeli in adorazione;
- il Calvario, con le tre croci dei condannati spoglie e la scritta INRI sulla centrale (simbolo portato dagli uomini della Cintola perchè più pesante degli altri);
- la veste di Gesù con i dadi;
- la spugna e la lancia assieme allo scudo, all' elmo e alla spada di Longino.
Quindi, preceduto dal clero, è il grandioso cataletto del Cristo Morto, molto pesante, la cui preziosa coltre nera scende fino a terra e, per permettere ai portatori di camminare, viene sorretta e tenuta in alto da un gruppo di donne. E' l' unico simulacro portato dai Cinturati.
Vengono ancora una ragazza vestita di nero impersonante la Veronica, affiancata da altre due anch' esse a lutto; e così appare, preceduta dalle canterine che intonano le lamentele, la bellissima Addolorata, distrutta dal dolore e con le braccia spalancate in segno di pietà, alta sulla sua superba portantina dorata realizzata nell'anno 1900. E' portata dai membri della Cintola ed è seguita da un gruppo di bambine (le addoloratine) vestite come la Madonna. Chiude la processione la banda.
Il corteo attraversa tutto il centro storico, compiendo un percorso poco dissimile da quello della processione della Desolata; davvero suggestivo il passaggio su Corso S. Giorgio, quando è possibile avere una vista completa di tutti i simulacri. Al passaggio in Piazza Martiri della Libertà, il corteo si ferma per qualche minuto e il Vescovo fa l' omelia. Il rientro all' Annunziata è fissato verso le 22.00.



- LE STATUE -

La Croce: molto pesante e portata da un solo uomo, l' attuale croce non è la stessa descritta dal D' Ortensio nel 1854. Presenta, nei quattro bracci terminali alcune piccole luci che la rendono visibile al buio.
Il gonfalone dell' Annunziata: è il gonfalone utilizzato dai Cinturati ed è costituito da un crocifisso argenteo, settecentesco, su cui vi sono due bellissimi drappi azzurri ricamati cuciti insieme, dono Nel 1847 della famiglia Bonolis. Nella parte inferiore del drappo è rappresentata l' Annunciazione.
San Michele: simulacro ligneo e policromato del XVII secolo, operadi uno scultore locale.
La Fede: statua vestita con una tunica e un mantello bianchi; lo sguardo è rivolto al cielo e tra le braccia ha una croce. E' ottocentesca e comunque successiva al 1854, poichè nella cronaca del D' Ortensio non compare.
I simboli della Passione: sono lignei e in numero di 10, anche se alcuni di essi raggruppano in uno solo più simboli. Sono stati tutti realizzati dopo il 1854 da valenti artigiani locali, ad eccezione del Calvario che è più antico, secondo quanto descritto dall' Ortensio. Possiamo riscontrare l' uso del Calvario in una località della provincia, Atri, dove è documentato fin dal '600: certamente Teramo avrà preso esempio dalla processione atriana.
Il Cristo Morto: l'attuale Cristo morto è di metà '900 ed è stato scolpito da una nota ditte della Val Gardena: prima si usava una simulacro ottocentesco di fattura popolare ma molto espressivo (questo è oggi esposto nella chiesa parrocchiale di Garrano, frazione cittadina). Il Cristo morto poggia su un grandioso baldacchino con drappi blu, bianchi e neri, le cui aste sono sorrette da quattro angeli vestiti di azzurro, rosa, giallo e rosso; questa struttura è della prima metà dell'Ottocento. Tutto il complesso poggia sulla grande coltre di velluto nero ricamata in oro con i simboli della Passione, donata nel 1852 dai Bonolis.
L' Addolorata: probabilmente realizzata tra la fine del Settecento e gli inizi dell' Ottocento, le lunghe vesti nere riccamente ricamate e il cuore argenteo furono donati rispettivamente nel 1880 e 1884 dalla nobildonna Ottavia Mezucelli. Fu la lunghezza del manto a dover comportare, nel 1900, la realizzazione della portantina attuale.

Particolari dell' antico Cristo Morto, del cuore della Addolorata e della "coltre"


Curiosità.
Per ben due volte, per motivi ancora non noti, il drappo nero del Cristo morto prese fuoco.
Nel 1938 (altre fonti orali parlano del '37), pochi minuti dopo l' inizio della processione, al passaggio sotto l'Arco di Monsignore (un cavalcavia che permetteva al Vescovo di andare dalle sue stanze in Cattedrale passando per il campanile, distrutto nel 1968), oltre al drappo, prese fuoco anche un velo del baldacchino; spento subito l' incendio, il Cristo morto fu adagiato su una piccola base rettangolare lignea e la processione potè proseguire.
Nel 1994, verso le 20.00, al passaggio della processione su Via Trento e Trieste (una stretta strada del centro storico), un nuovo incendio danneggiò il drappo e ancora oggi si può notare il rammendo. Interpretando in maniera superstiziosa l' accaduto, per alcuni anni si decise di non passare più da quella via.

- Testo e foto a cura di Ascanio Valforte.
Esprimo il mio doveroso e sentito ringraziamento all' amico Ascanio Valforte per avermi fornito il materiale documentario che ha consentito di realizzare questa scheda monografica sul Venerdì Santo a Teramo.
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